Museo Ridola
Accessibilità
Motoria: in carrozzina di accede dalla porta principale, previo citofono.
Passeggino e bicicletta
Il museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola è il più antico museo della Basilicata, si trova nel centro storico di Matera all’interno dell’ex convento seicentesco delle Clarisse, in via Ridola n. 24. Fu istituito nel 1911 a seguito della donazione che il dottore materano Domenico Ridola fece delle sue collezioni allo stato italiano.
Si trattava di materiali naturalistici, oggetti etnografici, artistici, e soprattutto di preziosi reperti archeologici raccolti dallo stesso Ridola durante gli scavi da lui coordinati nel territorio materano. Questi reperti costituiscono il primo nucleo dello straordinario patrimonio di cui dispone il museo che con gli anni e il progredire delle ricerche è ulteriormente cresciuto. Oggi il Museo archeologico Domenico Ridola conserva reperti che vanno dall’epoca preistorica fino ai secoli delle colonie magno-greche metapontine, e testimonia la presenza millenaria dell’uomo nel territorio materano.
Il Museo Domenico Ridola dopo la scomparsa del suo padre fondatore nel 1932, è stato diretto dal 1933 al 1961 da Eleonora Bracco. Donna dinamica e moderna, dalla solida preparazione classica, dopo gli studi a Roma si reca ad Atene dove prosegue i suoi studi presso la scuola di Archeologia Italiana. Qui affinata la sua preparazione in archeologia classica attraverso numerose campagne di scavo nei luoghi più importanti dell’archeologia greca. Durante la sua direzione si apportarono le prime modifiche alla struttura del convento che ospitava il museo per migliorare la funzionalità degli spazi e dell’esposizione dei numerosi e importantissimi reperti del museo, già allora considerato uno dei musei più importanti d’Europa.
Nel 1961 dopo il trasferimento della Bracco a Roma, la direzione del Museo Ridola fu affidata a Felice Gino Lo Porto. Anch’esso archeologo di formazione classica, a lui si deve la classificazione dei materiali archeologici provenieni dagli scavi della stipe votiva di Timmari. Felice Gino lo Porto pur essendo un classicista svolse anche un prezioso lavoro, sia sul paleolitico che sul neolitico materano, revisionando e catalogando gli imponenti materiali preistorici presenti nei depositi del museo, rimasti inediti fino ad allora. Il suo lavoro, raccolto in diverse e importanti pubblicazioni, portò nuova luce su alcuni aspetti della preistoria del materano non del tutto compresi fino ad allora. Il suo intento dichiarato fu quello di fornire nuovi stimoli ai ricercatori italiani al fine di promuovere nuovi scavi e ricerche in ambito preistorico, speranza che non ha trovato, almeno fino ad oggi, riscontro nella realtà dove la ricerca sul paleolitico a Matera è stato quasi del tutto accantonata.
Durante gli anni del suo mandato fu istituita la Soprintendenza Archeologica in Basilicata, la cui guida fu affidata al professor Dino Adamesteanu che con il suo prezioso lavoro diede nuovo impulso ala ricerca archeologica nel materano e una nuova veste al museo con un grande progetto di risistemazione e ampliamento.
Dal 1973 al 1978 la direzione del museo fu affidata alla dottoressa Elena Lattanzi che riordinò nuovamente le collezioni sistemandole secondo un nuovo criterio espositivo legato alle informazioni topografiche e orografiche del territorio emerse grazie alle nuove metodologie che il professor Adamesteanu aveva utilizzato nelle sue ricerche archeologiche. Egli facendo uso di nuove tecniche aerofotogrammetriche, per la prima volta mise in relazione gli aspetti fisici del territorio in relazione alle evidenze archeologiche, evidenziando alcuni nuovi aspetti circa le modalità insediative e difensive delle antiche popolazioni lucane. Fu durante la direzione della Lattanzi che fu allestita per la prima volta la sala con gli arredi originali e gli strumenti di lavoro del dott. Ridola, stanza che è ancora visibile all’interno del museo.
La collezione
Negli spazi espositivi i reperti raccontano lo svolgersi del tempo in ordine cronologico. Nella sezione preistorica i rinvenimenti più significativi riguardano la stazione paleolitica di Grotta dei Pipistrelli e i villaggi trincerati di età neolitica, che testimoniano, lo strutturarsi di insediamenti stabili di popolzioni neolitiche a partire dal VI millennio a.C.. La ricchezza straordinaria dei materiali riferibili all’età del ferro e all’epoca arcaica consente una lettura delle fasi di occupazioni dell’area urbana di Matera tra VIII e VI secolo a.C. Reperti provenienti dal vicino comune di Montescaglioso, raccontano il movimento migratorio, definito in maniera convenzionale con il termine di colonizzazione greca; un processo durato diverse generazioni tra l’VIII ed il VI secolo a.C. che ha interessato ampie regioni del Mediterraneo. Per la fase di VI-IV secolo a.C. la documentazione di maggior interesse è relativa a Timmari, sito a breve distanza da Matera, da cui provengono corredi funerari del IV secolo a.C. Il museo si è arricchito nel 1990 di una pregevole collezione privata di monumentali vasi italioti prodotti tra gli ultimi decenni del V e la fine del IV in Apuliae e in Lucania.
Oggi il Museo fa parte del Polo Museale della Basilicata e sotto l’impulso e la dinamicità impresse dalla direttrice Marta Ragozzino, anche il museo Ridola è in fase di riorganizzazione. Un nuovo allestimento dei reperti ha permesso di riordinare cronologicamente i materiali integrandone alcune lacune presenti e rendendo maggiormente comprensibili i contenuti e la storia stessa del museo che in parte è esso stesso materiale museale. Il nuovo allestimento provvisorio si avvale di un nuovo progetto grafico e nuovi materiali fotografici per meglio contestualizzare i diversi ambiti archeologici presenti nel territorio materano e rendere maggiormente comprensibile la lunga persistenza dell’uomo nel ricchissimo territorio in cui ricade la città dei Sassi.
In questa nuova fase il museo si è maggiormante aperto alla comunità diventando sede di iniziative culturali, eventi e mostre temporanee. Il Museo ospita uno degli eventi cardine del programma culturale di Matera 2019, la mostra Ars Escavandi curata da Pietro Laureano.
Informazioni
Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola
Via Ridola, 24
75100 Matera
Orari
Lundedì 14:00 - 20:00
Martedì-Domenica 9:00 - 20:00
Tel. +39 0835 310058 -
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