Parco della Murgia Materana
Il Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, noto più semplicemente come Parco della Murgia Materana, si sviluppa principalmente sull’altipiano roccioso della Murgia e lungo un versante del canyon scavato nel tempo dalla Gravina di Matera. Il Parco circonda i Sassi di Matera e ricade nel territorio dei comuni di Matera e Montescaglioso estendendosi su una superficie di circa 8.000 ettari.
Il Parco della Murgia Materana offre uno dei più suggestivi e spettacolari paesaggi rupestri nel mondo, motivo per il quale parte del territorio, insieme ai Sassi di Matera, è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Esso infatti presenta in successione continua ambienti che testimoniano la presenza dell’uomo fin dalla preistoria perfettamente integrati con un ambiente naturale di grande pregio e valenza.
Il parco alterna ambienti e scenari differenti. Quello più importante è il sistema fluviale della Gravina di Matera che per oltre 20 chilometri percorre il centro del canyon fino a congiungersi con il fiume Bradano nel territorio di Montescaglioso. I versanti laterali di questo canyon sono pendii molto ripirdi la cui altezza massima sul livello del mare è quella della Contrada Tempa Rossa, una rupe maestosa che si può vedere fin dalla Costa Jonica del Metapontino. Altri ambienti sono costituita da foresta mediterranea, macchia mediterranea e gariga o pseudosteppa.
Gli scenari tipici che questi ambienti producono nel Parco della Murgia Materana sono valloni, valloncelli, gravinelle, con a monte una serie di terrazzamenti e pianori dove si trovano molteplici specie di grande interesse botanico e faunistico. A seconda dell’esposizione, della natura geologica e della presenza di sorgenti o corsi di deflusso delle acque, il parco presenta una notevole alternanza di paesaggi caratterizzati da boschi, fitta macchia mediterranea e aree dove da secoli l’uomo conduce pratiche agricole tipiche dell’ambiente murgiano testimoniate dalla presenza di un consistente numero di masserie.
Paesaggio culturale
Il paesaggio culturale del Parco della Murgia Materana è caratterizzato da un gran numero di villaggi e insediamenti rupestri che testimoniano la presenza dell’uomo fin dalla preistoria. Dopo il medioevo questi complessi o casali rupestri sono stati prevalentemente utilizzati come luoghi di ricovero degli animali nelle pratiche della pastorizia.
I complessi rupestri più vicini alla città di Matera sono quelli di Murgia Timone, Murgecchia e Contrada Palomba.
Di grande importanza sono i complessi che si trovano a sud dove il Parco si estende fino al territorio del limitrofo comune di Montescaglioso. A sud est si trovano i complessi di contrada Agna dove si trova la famosa Grotta dei Pipistrelli i cui reperti sono esposti presso il Museo Nazionale Ridola, il complesso dell’Ofra, del Santissimo Crocifisso alla Selva (noto come Cristo la Selva), il Villaggio Saraceno, i complessi di Murgia S. Andrea in agro di Montescaglioso.
Chiese e santuari rupestri
Ad impreziosire il paesaggio culturale del Parco vi sono un gran numenro di chiese rupestri che costituiscono una delle caratteristiche più importanti, sono oltre un centinaio e si trovano in tutto il territorio. Le chiese rupestri si presentano in modo differente, a volte nascoste dalla fitta vegetazione e scavate lungo gli argini scoscesi delle gravine in luoghi impervi e di difficile accesso, impreziosite da spettacolari affreschi che testimoniano la devozione che si è protratta fino ai giorno nostri. Le chiese in parte scavate ed in parte costruite si presentano a navata unica, come quella conosciuta col nome di
Madonna della Croce, a due navate come la chiesa del
Cappuccino Vecchio o a tre navate come
Madonna delle tre Porte.
Le chiese, soprattutto quelle costruite nel periodo romanico, presentano gli elementi architettonici e decorativi tipici delle chiese sub divo del periodo come absidi, colonne quadrilobate, muretti che assumono funzioni di transetti, pareti decorate da archetti ciechi e capitelli aggettanti, volte impreziosite da cupolette a cerchi concentrici, soffitti a schiena d’asino, cornici decorate con linee spezzate. Alcune chiese rupestri sono collegate alla presenza di monaci benedettini come ad esempio la Grotta dei Santi, chiamata oggi col nome di
Cripta del Peccato Originale, sicuramente tra le più antiche delle regione, sulle cui pareti è affrescato un ciclo pittorico risalente al IX secolo.
Geologia del Parco della Murgia Materana
Particolarmente interessante è la storia geologica della Murgia Materana che ha prodotto un complesso ambiente naturale con specifiche tipologie di roccia. Le due rocce principali, il calcare e la calcarenite, risulteranno determinanti sia per gli insediamenti umani preistorici che per i più recenti.
La conformazione geologica dell’area murgiana è generalmente riferibile alla formazione dell’Appennino Meridionale. Le rocce che costituiscono la Murgia Materana sono quelle della piattaforma carbonatica mesozoica e dei depositi carbonatici organogeni di mare poco profondo plio-pleistocenici. Gli affioramenti rocciosi presenti negli strati inferiori lungo la gravina di Matera, che rappresentano il substrato carbonatico eroso, sono costituiti dai Calcari risalenti al Cretacico (65 milioni di anni). Su questo basamento poggia la Calcarenite, roccia molto più recente (Pliocene superiore-Pleistocene inferiore) organogena-litoclastica che localmente viene chiamata
tufo ma differente dal tufo propriamente detto che è di origine vulcanica.
Questi due tipi di roccia, entrambe carbonatiche, hanno struttura, granulometria e origini differenti. Il Calcare è estremamente compatto, duro e molto fratturato, la Calcarenite è una roccia tenera e facilmente modificabile. Sono state le caratteristiche di queste due rocce a determinare l’insediamento dell’uomo in questo ambiente fin dalle ere preistoriche. Nelle pareti rocciose già ricche di cavità e anfratti carsici sono stati ricavati nel tempo habitat rupestri sempre più complessi ed evoluti, visibili oggi in gran numero lungo i pendii della Gravina di Matera. Sul versante occidentale ha avuto origine e si è sviluppato il nucleo urbano rupestre dei Sassi di Matera.
Flora del Parco della Murgia Materana
Il Parco conserva una considerevole varietà di piante tipiche della foresta mediterranea come la roverella, il fragno, il carrubo, il leccio, della macchia mediterranea come il ginepro, il lentisco, la ginestra, e della gariga come il cisto, il pungitopo, il timo spinoso, la ferula e l’asfodelo. Numerosissime sono le varietà dei fiori come la vedovella dei prati, la campanula pugliese, l’eliantemo ionico, il convolvolo elegantissimo, il lino di tommasini, lo zafferano di thomas e l’ofris matheolana una piccola e rara orchidea endemica.
Un centinaio sono le specie rare e rarissime tra cui molte entità di irradiazione mediterraneo-orientale, oltre 60 quelle di nuova segnalazione per la flora lucana e ben 36 sono le specie endemiche e subendemiche cioè quelle entità con areale costituito da aree geografiche abbastanza ristrette.
Nel territorio del Parco la presenza dell’uomo fin dall’era paleolitica ha inciso profondamente sugli equilibri naturali. Le attività umane hanno prodotto la progressiva rarefazione dei boschi a vantaggio della diffusione delle specie erbacee che nel tempo hanno costituito vaste area a gariga e pseudosteppa. Questi ambienti rivestono un ruolo di grande importanza nella biodiversità del territorio murgiano proprio per la grande ricchezza di specie che colonizzano queste aree aperte e libere dalla vegetazione arborea.
Fauna del Parco della Murgia Materana
La fauna del Parco della Murgia Materana è caratteristica dei diversi ambienti che sono presenti: le pianure in cima alle colline, i ripidi pendii delle pareti rocciose sui versanti del fiume, le profonde gole e le fresche lame, che si alternano continuamente nel territorio.
Percorrendo i sentieri è possibile incontrare diversi mammiferi tra i quali: istrici, faine, volpi, donnole, tassi, gatti selvatici e cinghiali. Per quanto riguarda i rettili è possibile incontrare diverse tartarughe, serpenti tra i quali il Biacco, il Cervone, la Natrice dal Collare e la Vipera Comune, più raro il Colubro Leopardino che prende il nome dalla caratteristica colorazione nella parte superiore, con macchie a pelle di leopardo rosso-gialle o rosso-sangue.
Numerosi anche gli anfibi e gli insetti.
Particolarmente importante è l’avifauna del Parco che conta numerose specie, alcune rare o rarissime. Spettacolare la presenza della Cicogna nera e della Ghiandaia marina, mentre tra i rapaci spiccano il Capovaccaio, la Poiana, il Nibbio reale e il Falco Grillaio, un piccolo falco divenuto simbolo del Parco, che arriva in primavera dalle savane africane, si riproduce ed in autunno si dirige per svernare a Sud-Ovest del deserto del Sahara.